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Artemisia Gentileschi nasce a Roma l'otto luglio del 1593. E' la primogenita del pittore Orazio Gentileschi e di Prudentia Montone.
Fin dall'infanzia fu istruita per diventare un'artista dimostrando subito una certa abilità verso la pittura, a cui incominciò a dedicarsi attorno al 1605. A quei tempi per una ragazza il sogno di una carriera artistica era fortemente ostacolata, tuttavia Artemisia non si arrese. Seguendo il padre ebbe modo di conoscere diversi pittori, tra cui Caravaggio e il nipote di Michelangelo. Due punti di riferimento per la sua pittura, insieme all'idealismo toscano, al realismo romano e al naturalismo chiaroscurale dello stesso Caravaggio. Nell'estate del 1611 Artemisia visitò il Palazzo del Quirinale, dove il padre insieme a Giovanni Lanfranco, Carlo Saraceni e Agostino Tassi stava decorando la Sala Regia. Agostino Tassi era un pittore di paesaggi e di vedute marine, al quale Orazio affidò la figlia per insegnarle la prospettiva in pittura. E durante una di queste lezioni Tassi approfittò della giovane Artemisia, che in seguito dovette subire l'umiliazione di dover testimoniare al processo e di dimostrare la sua precedente verginità.
Per l'epoca non essere sposata e non essere vergine corrispondeva in qualche modo ad una condanna sociale, Tassi all'inizio promise di riparare con un matrimonio ma in seguito dichiarò che la ragazza era inaffidabile per essere stata già con altri uomini. Dopo il processo Artemisia continuò a dipingere e incominciò a sviluppare uno stile più propriamente personale. Ed è in questo periodo che dipinge "Giuditta che decapita Oloferne" (Napoli - 1612), che rappresenta una delle scene più violente della Bibbia e che probabilmente rispecchiò lo stato d'animo che la sconvolse durante il processo. Il realismo e il drammatico chiaroscuro richiama le opere precedenti di Rubens e di Caravaggio.
Una delle opere più conosciute e raffinate è: "Autoritratto dell'allegoria della pittura", nel quale dimostrò la padronanza con la tempera ad olio disegnando lei stessa mentre sta dipingendo, circondata dagli strumenti della pittura; un autoritratto abbastanza insolito per i suoi tempi.